relazione sintetica

Relazione sintetica

Relazione sintetica

La relazione sintetica è una grossa novità rispetto al tabulato di calcolo perché riassume con tabelle e immagini i risultati salienti di modelli di calcolo nuovi ed esistenti (anche rinforzati) realizzati con tutti i materiali disponibili nell’archivio di PRO_SAP.
Parallelamente è ancora disponibile il consueto tabulato di calcolo con le informazioni dettagliate sulla modellazione e progettazione.
Il progettista può intervenire definendo:

  • Azioni sulla costruzione: è importante definire per prima cosa il comune di localizzazione della costruzione, questo consentirà l’analisi dei carichi dei solai.
  • Analisi dei carichi neve e vento: è possibile attivare anche il comando “azioni sulla costruzione”, che consente di calcolare il valore dei carichi da neve e vento per la costruzione
  • Analisi dei carichi dei solai: all’interno dell’archivio dei carichi dei solai il comando Aiuto permette di definire nel dettaglio la tipologia di solaio e personalizzare i carichi.

relazione sintetica

Riferimenti normativi

Ci sono diversi riferimenti normativi che specificano quali debbano essere i contenuti di una relazione sintetica.

Ad esempio la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA 26 SETTEMBRE 2011, N. 1373 dice specifica al paragrafo B.2.2. i CONTENUTI DELLA ILLUSTRAZIONE SINTETICA DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO STRUTTURALE:

La relazione di calcolo strutturale deve contenere una apposita parte denominata “Illustrazione sintetica degli elementi essenziali del progetto strutturale”, diretta a specificare, in maniera unitaria, gli elementi essenziali (di seguito descritti) che illustrano, in modo chiaro e sintetico, le modalità con cui il Progettista delle strutture ha elaborato il progetto esecutivo riguardante le strutture, con la sintetica indicazione delle motivazioni delle scelte progettuali effettuate, e con un rimando espresso alle restanti parti della relazione di calcolo strutturale e agli altri elaborati costituenti il progetto esecutivo, nelle quali possono rilevarsi gli elementi e le spiegazioni di dettaglio.
Tale parte della relazione di calcolo (di seguito denominata “Illustrazione sintetica”) deve illustrare i seguenti elementi essenziali:
a) descrizione del contesto edilizio e delle caratteristiche geologiche, morfologiche e idrogeologiche del sito oggetto di intervento e con l’indicazione, per entrambe le tematiche, di eventuali problematiche riscontrate e delle soluzioni ipotizzate, tenuto conto anche delle indicazioni degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica;
b) descrizione generale della struttura, sia in elevazione che in fondazione, e della tipologia di intervento, con indicazione delle destinazioni d’uso previste per la costruzione, dettagliate per ogni livello entro e fuori terra, e dei vincoli imposti dal progetto architettonico;
c) normativa tecnica e riferimenti tecnici utilizzati, tra cui le eventuali prescrizioni sismiche contenute negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica;
d) definizione dei parametri di progetto che concorrono alla definizione dell’azione sismica di base del sito (vita nominale – VN, classe d’uso, periodo di riferimento – VR, categoria del sottosuolo, categoria topografica, amplificazione topografica, zona sismica del sito, coordinate geografiche del sito), delle azioni considerate sulla costruzione e degli eventuali scenari di azioni eccezionali;
e) descrizione dei materiali e dei prodotti per uso strutturale, dei requisiti di resistenza meccanica e di durabilità considerati;
f) illustrazione dei criteri di progettazione e di modellazione: classe di duttilità – CD, regolarità in pianta ed in alzato, tipologia strutturale, fattore di struttura – q e relativa giustificazione, stati limite indagati, giunti di separazione fra strutture contigue, criteri per la valutazione degli elementi non strutturali e degli impianti, requisiti delle fondazioni e collegamenti tra fondazioni, vincolamenti interni e/o esterni, schemi statici adottati;
g) indicazione delle principali combinazioni delle azioni in relazione agli SLU e SLE indagati: coefficienti parziali per le azioni, coefficienti di combinazione;
h) indicazione motivata del metodo di analisi seguito per l’esecuzione della stessa: analisi lineare o non lineare (precisazione del fattore Q = P d/V .
h), analisi statica o dinamica (periodo T1 < 2.5TC o TD, regolarità in altezza).
Nel dettaglio deve essere esplicitato se trattasi di:
– analisi lineare statica,
– analisi lineare dinamica (numero di modi considerati e relative masse partecipanti),
– analisi non lineare statica (distribuzioni di carico adottate e rapporti di sovraresistenza alfau/alfa1),
– analisi non lineare dinamica (accelerogrammi adottati),
– altro, riportando la sintesi dei principali risultati;
i) criteri di verifica agli stati limite indagati, in presenza di azione sismica:
– stati limite ultimi, in termini di resistenza, di duttilità e di capacità di deformazione,
– stati limite di esercizio, in termini di resistenza e di contenimento del danno agli elementi non strutturali;
j) rappresentazione delle configurazioni deformate e delle caratteristiche di sollecitazione delle strutture più significative, così come emergenti dai risultati dell’analisi, sintesi delle verifiche di sicurezza, e giudizio motivato di accettabilità dei risultati;
k) caratteristiche e affidabilità del codice di calcolo;
l) con riferimento alle strutture geotecniche o di fondazione: fasi di realizzazione dell’opera (se pertinenti), sintesi delle massime pressioni attese, cedimenti e spostamenti assoluti/differenziali, distorsioni angolari, verifiche di stabilità terreno-fondazione eseguite, ed altri aspetti e risultati significativi della progettazione di opere particolari;
ed inoltre, per le costruzioni esistenti:
m) indicazione della categoria di intervento previsto e motivazione della scelta adottata;
n) descrizione della struttura esistente nel suo insieme, delle eventuali interazioni con altre unità strutturali e delle modalità con cui di ciò si è tenuto conto, dei principali interventi realizzati nel tempo, nonché sintesi delle vulnerabilità riscontrate, derivanti dal rilievo strutturale;
o) definizione delle proprietà meccaniche dei materiali costituenti le strutture interessate dall’intervento, in relazione ad eventuali indagini specialistiche condotte o ad altro materiale disponibile, e conseguente determinazione dei livelli di conoscenza e dei corrispondenti fattori di confidenza;
p) risultati più significativi emersi dal confronto tra i livelli di sicurezza pre e post intervento, in condizioni statiche e sismiche.

Il videocorso sulla relazione sintetica

Nel videocorso vengono illustrate le procedure per ottenere immagini e tabulati in maniera automatica:

Comandi base per la generazione dei nodi

PRO_SAP ha una serie di strumenti che consentono di generare automaticamente la struttura, tuttavia per geometrie particolari può essere comodo conoscere i comandi base per la generazione dei nodi singoli, potenti strumenti che consentono di modellare le condizioni particolari.

In questo videocorso li vedremo in dettaglio:

Cerchiature in solai di latero–cemento

Cerchiature in solai di latero–cemento

PRO_CAD interventi locali – verifica solai con fori è uno dei programmi presenti nel modulo PRO_ILC che consente il calcolo di cerchiature in solai di latero–cemento.

PRO_ILC

 

Inquadramento normativo

Le norme tecniche per le costruzioni 2018 al paragrafo 8.4. CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI individuano le diverse categorie di intervento:

  • interventi di riparazione o locali: interventi che interessino singoli elementi strutturali e che, comunque, non riducano le condizioni di sicurezza preesistenti;
  • interventi di miglioramento: interventi atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente, senza necessariamente raggiungere i livelli di sicurezza fissati al § 8.4.3;
  • interventi di adeguamento: interventi atti ad aumentare la sicurezza strutturale preesistente, conseguendo i livelli di sicurezza fissati al § 8.4.3.

Le cerchiature sono da intendersi come interventi di riparazione o locali, nello specifico:

« Gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della struttura. Essi non debbono cambiare significativamente il comportamento globale della struttura e sono volti a conseguire una o più delle seguenti finalità:

… omissis …

Modificare un elemento o una porzione limitata della struttura »

« Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati, … omissis … e dimostrando che, rispetto alla configurazione precedente … omissis …  alla variante, non vengano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi non comportino una riduzione dei livelli di sicurezza preesistenti. »

Cerchiature in solai di latero–cemento

INTRODUZIONE TEORICA

il calcolo si basa:

  1. sul ripristino della portanza ai carichi verticali del solaio
  2. sul ripristino della rigidezza del solaio in termini di risposta alle azioni orizzontali

Per il calcolo della rigidezza si tengono in considerazione tre distinti contributi

  1. cappa collaborante in calcestruzzo armato considerato, connessa al solaio esistente
  2. travi di collegamento tra i travetti del solaio ortogonali all’orditura del solaio e connesse ai travetti tagliati
  3. travi di collegamento parallele all’orditura del solai, disposte a formare un telaio chiuso all’interno del foro realizzato

Il videocorso

Nel videocorso, dopo una introduzione teorica e normativa, sono mostrate tre applicazioni pratiche sull’applicazione di PRO_ILC per il calcolo di cerchiature in solai in latero-cemento:

  • FORO per PASSAGGIO MONTAVIVANDE 0,80X1,20 m in solaio esistente di latero-cemento
  • FORO per PASSAGGIO SCALA MARINARA 1,20X1,20 m in nuovo solaio di latero-cemento
  • FORO per PASSAGGIO SCALE 1,50X0,80 m in solaio esistente di latero-cemento 18+4

PRO_ILC è disponibile nelle versioni dimostrative con l’esclusione della stampa della relazione di calcolo e dei disegni.

Se sei interessato all’acquisto puoi contattarci tramite mail, telefono o richiedere una offerta automatica selezionando PRO_ILC nell’elenco dei programmi acquistabili anche senza modulo base.

 

 

Webinar gratuito “PRO_SAP 23.6.0: tutte le novità!”

Webinar gratuito PRO_SAP 23.6.0: tutte le novità! Ecco i video

PRO_SAP 23.6.0: tutte le novità!

La versione 23.6.0 di PRO_SAP (disponibile all’indirizzo https://www.2si.it/it/download-pro_sap/ ) comprende importanti novità sulla documentazione di calcolo (immagini, relazione sintetica…), sulle azioni nelle coperture, sulle verifiche geotecniche (carico limite per pali soggetti a forze orizzontali). Comprende inoltre una serie di miglioramenti sui rinforzi degli edifici esistenti, sui moduli per gli interventi locali e un nuovo modulo per il calcolo delle cerchiature nei solai.

I video degli interventi, i pdf delle presentazioni e i modelli usati nel webinar di presentazione sono disponibili a questi indirizzi:
Parte 1 Novità
https://www.youtube.com/watch?v=P08HPG9CjxM
Parte 2 Relazione sintetica
https://www.youtube.com/watch?v=GTBHTWm01gc
Parte 3 Portanza orizzontale di pali di fondazione
https://www.youtube.com/watch?v=aHr1zv_gedc
Parte 4 PRO_ILC fori solai
https://www.youtube.com/watch?v=W3Rt5bONzgo

Webinar gratuito FRP su CA con Kerakoll

Dalla collaborazione con Kerakoll Group nasce il webinar gratuito “Rinforzo di strutture in CA con FRP: le soluzioni di Kerakoll e le applicazioni pratiche PRO_SAP

Il database di prodotti Kerakoll unito alla tecnologia di PRO_SAP permette ai professionisti del settore di eseguire la progettazione di fibrorinforzi su strutture esistenti in modo semplice ed efficace.

SAIE PRO_SAP 2023

PRO_SAP al SAIE 2022

SAIE PRO_SAP 2023

Ti aspettiamo al SAIE per presentare tutte le novità in arrivo con PRO_SAP 2023!

Vieni a seguire i seminari a cui siamo stati invitati!


Mercoledì 19 Ottobre ore 14.30 – 16.30 Piazza della Ceramica e del Laterizio – Confindustria Ceramica

LE MURATURE: TECNOLOGIE E STRUMENTI PER LA SICUREZZA SISMICA
PRO_SAM, il software per le murature strutturali – Ing. Novella Gasparini, 2SI
La muratura armata: una soluzione sicura e sostenibile – Arh. Ing Massimiliano Bellinzoni, Metamorphosys
Adeguamenti sismici con la muratura armata – Ing. Michele Destro, STABILA
Muratura armata innovativa ad alte prestazioni – Ing. Emanuele Serventi, Laterizi DANESI

*il seminario fornisce 2 crediti formativi, le informazioni per richiedere i crediti sono nel seguente pdf


Mercoledì 19 ottobre ore Ore 14.30 – 17.15 ARENA CARBONCURE

CONVERSAZIONI su EDILIZIA INDUSTRIALE IN ZONA SISMICA
Organizzato in collaborazione con AICAP e CTE

Ore 14.30 – 14.45 Apertura Enrico Nusiner, Presidente CTE

Ore 14.50 – 15.15 Interventi di miglioramento sismico di edifici Industriali – Marco Savoia, Università di Bologna – Marco Bressan

Ore 15.20 – 15.45 Interventi di miglioramento sismico di edifici Industriali – Claudio Mazzotti, Università di Bologna – Marzio Sartorel

Ore 15.50 – 16.15 Le Connessioni per gli edifici prefabbricati in zona sismica – Stefano Knisel – Gennj Venturini

Ore 16.20 – 16.45 Nuove tipologie costruttive di grandi luci – Alberto Dal Lago

Ore 16.50 – 17.15 Nuove tipologie costruttive pluripiano – Antonello Gasperi


Mercoledì 19 Ottobre ore 14:00 – 14:45

Giovedì 20 Ottobre ore 11:00- 11:45

Venerdì 21 Ottobre ore 15:30 – 16:15

Sabato 22 Ottobre ore 10:45 – 11:30

AREA COLLETTIVA IBIMI buildingSMART

Il BIM in pratica: una applicazione PRO_SAP – Ing. Antonio Limena


Sabato 22 Ottobre Ore 14:00 alle 14:30 – Piazza ISI

Modellazione numerica e verifiche degli orizzontamenti: applicazioni pratiche – Ing. Gennj Venturini

IL BIM IN PRATICA: APPLICAZIONE A PRO_SAP

Il formato IFC è il principale formato di interscambio del metodo Open BIM. In quanto tale è un formato aperto e non proprietario, ovvero accessibile a software di differenti case produttrici. E’ disponibile anche nel software di calcolo strutturale PRO_SAP ed è sempre più utilizzato dai professionisti nella pratica quotidiana per lo scambio di informazioni tra le varie figure che collaborano alla realizzazione dei progetti.

L’ente che si occupa di definire e aggiornare gli standard IFC è Building Smart International (BSI), il cui capitolo italiano IBIMI si occupa della promozione del BIM tra tutti gli attori del settore delle costruzioni collaborando direttamente con essi per una definizione più chiara e pratica della metodologia OpenBIM nel panorama italiano. 2S.I. è socio collettivo di IBIMI e in quanto tale partecipa attivamente al gruppo di lavoro strutture.

Un esempio pratico

All’interno dello schema IFC esistono diverse tipologie di rappresentazione degli elementi e in questo articolo vogliamo indagare quali sono e come queste influiscono nell’importazione in ambiente FEM. Alcune di queste rappresentazioni infatti sono di difficile se non impossibile importazione rendendo necessario l’utilizzo di semplificazioni.

Vediamo l’esempio pratico di una colonna dorica può essere rappresentata in diversi modi all’interno del modello informativo:

  • Attraverso la rappresentazione BREP che consente di rappresentare nel dettaglio i capitelli
  • Attraverso la rappresentazione SWEPTSOLID che considera un elemento ad asse rettilineo e sezione circolare costante.
  • Attraverso la rappresentazione ADVANCEDSWEPTSOLID che considera un elemento ad asse rettilineo e sezione circolare variabile.

Risulta evidente che la prima è molto dettagliata, ma non è adeguata ad una modellazione ad elementi finiti perché tale livello di dettaglio risulta inutile ai fini del calcolo; sarebbe possibile importare il volume solido ed effettuare una meshatura di elementi solidi, ma si appesantirebbe il modello. La seconda rappresentazione invece consente una conversione automatica in un elemento Beam ad asse rettilineo e sezione costante.

Sarebbe quindi opportuno tenere sempre a mente, quando si va a esportare un modello tridimensionale in un file BIM (.IFC), per quale tipologia di software questo debba essere esportato e quale risultato si voglia ottenere.

bim in pratica le rappresentazioni

Continua a leggere nel pdf:

IL BIM IN PRATICA: APPLICAZIONE A PRO_SAP.PDF

Ing. Antonio Limena

limena@2si.it

Corso CTE sistemi di controvento per strutture prefabbricate

Il 20 luglio si svolgerà online il corso Progetto e analisi di sistemi di controvento per strutture prefabbricate ad ossatura in calcestruzzo armato.

I relatori del corso saranno: Prof. Franco Mola – Politecnico di Milano -Direttore Tecnico ECSD, Ing. Gennj  Venturini, Prof. Roberto Nascimbene – IUSS  Pavia, Ing. Antonello Gasperi, Ing. Mauro Ferrari, Ing. Stefano Knisel, Ing. Gianfranco Stella.

Il corso è organizzato dal Collegio dei tecnici della Industrializzazione Edilizia e patrocinato dall’Associazione Italiana Calcestruzzo Armato Precompresso e dalla Fédération Internationale du Béton.

      

Per il corso sono stati richiesti 6 crediti formativi. Durante il corso verranno illustrate applicazioni PRO_SAP.

Per ulteriori informazioni: https://www.cte-it.org/attivita-e-programmi/progetto-e-analisi-di-sistemi-di-controvento-per-strutture-prefabbricate-ad-ossatura-in-calcestruzzo-armato/

FRCM in pratica: che vantaggi danno e cosa cambia nelle verifiche?

In questo post parleremo nel dettaglio dell’applicazione e calcolo di sistemi FRCM per il consolidamento sismico di strutture in muratura. Il principale riferimento normativo che regola la tematica è il CNR-DT 215/2018 (ver. 30/06/2020) “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di Consolidamento Statico mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati a Matrice Inorganica”, in accordo con le Linee Guida per i Lavori Pubblici.

Dopo una breve descrizione del sistema di rinforzo andremo ad analizzare nel dettaglio le formule utilizzate nella verifica e infine le utilizzeremo per effettuare un confronto con i risultati ottenuti da un esempio pratico con PRO_SAP.

Cosa è un fibrorinforzo FRCM?

Gli FRCM, acronimo di “Fiber Reinforced Cementitious Matrix” fanno parte della grande famiglia dei compositi e come tali hanno affinità e differenze con gli altri sistemi di questo tipo impiegati in edilizia. Nello specifico citando il CNR-DT 215/2018 §2.1 essi sono descritti come composti dalla combinazione di una fase fibrosa resistente a trazione inglobata in una matrice in grado far aderire il sistema di rinforzo al supporto da consolidare.

La rete fibrosa è composta da acciaio ad alta resistenza, arammide, basalto, carbonio, PBO e vetro messi in opera sotto forma di piccoli trefoli allo scopo di ottenere superfici corrugate che favoriscano l’adesione tra rinforzo e matrice, la quale invece è unicamente di tipo inorganico quindi a base di calce o cementizia.

Generalmente i sistemi di rinforzo FRCM hanno uno spessore compreso tra i 5 e 15 mm. Nel caso di più reti lo spessore cresce ma non può mai essere maggiore di 30 mm.

L’elevato rapporto fra resistenza e peso dei sistemi FRCM consente di esaltare le prestazioni meccaniche dell’elemento strutturale rinforzato, contribuendo essenzialmente a resistere agli sforzi di trazione senza incrementarne la massa o modificarne significativamente la rigidezza.

I rinforzi FRCM mostrano, in generale, una buona compatibilità chimico-fisica con i substrati di muratura e di calcestruzzo, una certa permeabilità al vapore e inoltre possono essere preparati ed applicati con semplicità mediante procedure fondamentalmente tradizionali, anche su superfici umide.

Proprietà meccaniche dei sistemi FRCM

La tensione limite convenzionale σlim,conv , per uno specifico sistema FRCM, rappresenta la resistenza del sistema di rinforzo ricavata mediante prove di distacco da supporti convenzionali e come tale e dipendente dal tipo di supporto. La deformazione limite convenzionale e pari a εlim,conv = σlim,conv / Ef.

Nelle verifiche governate dagli stessi fenomeni, ma localizzati in zone intermedie, i valori da impiegare sono i seguenti: εconv=α ⋅εlim,conv e σlim,conv = Ef ⋅ εlim,conv.

Il coefficiente di amplificazione α deve essere assunto pari a 1.5 per tutti i sistemi FRCM ad eccezione di quelli per i quali il punto di ordinata σlim,conv ricada nello stadio A della curva media tensione-deformazione di cui sopra. Per questi ultimi si deve assumere α = 1.0.

Il valore di calcolo  Xd della generica proprietà di resistenza o di deformazione di un sistema di rinforzo FRCM è espresso mediante una relazione del tipo:

dove η è un opportuno fattore di conversione che tiene conto delle condizioni di esposizione e γm è il fattore parziale corrispondente. Quest’ultimo è pari a 1.5 per gli Stati Limite Ultimi (SLU); a 1.0 per gli Stati Limite di Esercizio (SLE).

Rinforzo e verifica di strutture in muratura portante

Il rinforzo delle strutture in muratura rappresenta una delle applicazioni più importanti per i sistemi FRCM. Tali rinforzi possono essere estesi all’intera superficie dell’elemento murario o essere applicati a strisce di ampiezza sufficiente a contenere opportunamente la sollecitazione tangenziale all’interfaccia muratura – rinforzo.

Le verifiche di sicurezza possono essere condotte nei confronti sia dello SLU e sia dello SLD e, di regola, l’incremento della capacità di calcolo dell’elemento rinforzato con FRCM non può risultare superiore del 50% rispetto a quella dell’elemento non rinforzato (se la resistenza Rd,Rinf supera di 1.5 volte la Rd,NRinf la verifica risulta non soddisfatta). La limitazione non si applica per le azioni sismiche.

Verifica a Taglio nel piano

La resistenza a taglio della parete rinforzata (Vt,R ) è calcolata come somma del contributo della muratura non rinforzata (Vt ), valutato in accordo con la Normativa vigente per le pareti non rinforzate che vanno in crisi per taglio trazione, e di quello del rinforzo (Vt,f ). Quest’ultimo è valutato con la relazione seguente:

Il valore della εfd è ricavato dalla εlim,conv. Il coefficiente αt tiene conto della ridotta resistenza estensionale delle fibre quando sollecitate a taglio e in mancanza di comprovati risultati sperimentali può essere posto pari a 0.80.

In presenza di rinforzo su un solo lato della parete, il contributo Vt,f deve essere ridotto almeno del 30% (si deve prevedere l’applicazione di connettori che rendano solidale il rinforzo alla parete). In presenza di fibre ortogonali alla direzione del taglio ed efficacemente ancorate deve essere altresì verificato che il taglio agente non superi il seguente valore di schiacciamento diagonale della muratura:

Il prodotto nf ⋅ tVf ⋅ lf rappresenta l’area della sezione equivalente del rinforzo efficace a taglio, disposto in direzione parallela alla forza di taglio, che interseca una lesione a taglio inclinata di 45°. Di qui la limitazione lf ≤ H.

Nella Vt,c intervengono esclusivamente le proprietà della muratura non rinforzata in quanto il rinforzo FRCM non contribuisce alla resistenza a compressione della muratura.

In maniera semplificata, il calcolo della capacità della muratura rinforzata può essere effettuato incrementando forfettariamente, mediante opportuni coefficienti moltiplicativi, il parametro tensionale della resistenza media a taglio della muratura non rinforzata in assenza di tensioni normali del coefficiente presente nella Tabella 4.1 della CNR-DT 215/2018 nel rispetto dei dettagli riportati.

I valori esposti in Tabella 4.1 della CNR-DT 215/2018 sono stati desunti da prove eseguite in laboratorio, senza tener conto delle condizioni di esposizione di cui alla Tabella 3.1 della CNR-DT 215/2018. Pertanto i risultati da essi ottenuti devono essere opportunamente ridotti, moltiplicandoli per il fattore ηa di Tabella 3.1 della CNR-DT 215/2018 corrispondente alla competente condizione di esposizione.

N.B. il rinforzo sarà pertanto sempre meno efficace al crescere della dimensione in pianta della parete proprio per la limitazione lf ≤ H. Laddove possibile la resistenza a taglio può essere assunta come il maggiore tra il taglio resistente “semplificato” con incremento e il calcolo rigoroso (eventualmente limitato dalla formula [4.1b]). Si osserva che il taglio resistente lato muratura viene calcolato sempre con la formula [C8.7.1.16] Turnsek-Cacovik. Nel caso in cui il rinforzo sia applicato a una sola faccia l’effetto del rinforzo a taglio viene ridotto del 30%, non è possibile applicare il metodo semplificato di cui alla tabella 4.1 della CNR-DT 215/2018, le verifiche per flessione complanare sono effettuate senza riduzioni e non vengono effettuare le verifiche per flessione e taglio ortogonale.

Verifica a Presso-Flessione nel Piano

Allo scopo di incrementare la portanza a pressoflessione nel piano di pannelli murari può essere prevista l’applicazione di rinforzi FRCM in cui siano presenti fibre disposte nella direzione dell’asse dell’elemento strutturale (preferibilmente su entrambe le facce del pannello, ricoprendone di solito la quasi totalità della superficie). Il momento resistente associato ad un assegnato sforzo normale Nsd di compressione, MRd (Nsd), può essere calcolato assumendo come valide le seguenti ipotesi:

  • Conservazione delle sezioni piane;
  • Perfetta aderenza tra rinforzo FRCM e supporto.

Il legame costitutivo σ −ε della muratura per stati tensionali monoassiali può essere schematizzato come segue:

  • Trazione: resistenza nulla;
  • Compressione: comportamento lineare fino alla resistenza di progetto, fmd, cui compete il valore εm della deformazione; tensione nulla per deformazioni maggiori a quella ultima, εmu; tensione costante, pari a fmd, per deformazioni comprese nell’intervallo εm ≤ε ≤ εmu .

In assenza di dati sperimentali la deformazione ultima di progetto, εmu, può essere assunta pari a 3.5‰.

Il legame costitutivo σ−ε del rinforzo per tensioni di trazione è elastico lineare fino alla deformazione limite εfd a partire dalla deformazione convenzionale εlim,conv . Il rinforzo è privo di rigidezza e di resistenza a compressione, pertanto nel caso in cui l’asse neutro tagli la sezione del rinforzo questa viene suddivisa dall’asse neutro stesso in due parti di cui una tesa ed una non reagente.

La verifica è soddisfatta se MSd ≤ MRd essendo MSd e MRd rispettivamente i momenti di calcolo sollecitante e resistente, quest’ultimo valutato in funzione del concomitante sforzo normale di calcolo associato a MSd.

Il valore di MRd viene calcolato considerando 3 possibili configurazioni tenso-deformative:

  • Configurazione I: muratura in campo elastico e rinforzo a limite massimo di deformazione raggiunta. Il controllo da effettuare per tale stadio è quindi ε ≤ εmy;

  • Configurazione II: muratura in campo elasto-plastico con deformazione ultima non raggiunta e rinforzo a limite massimo di deformazione raggiunta. Il controllo da effettuare per tale stadio è quindi εmy ≤ ε ≤ εmu;

  • Configurazione III: muratura in campo elasto-plastico con deformazione ultima raggiunta e rinforzo a limite massimo di deformazione non raggiunta. Il controllo da effettuare per tale stadio è quindi εfmax ≤ εfd.

Verifica a Taglio e a Presso-Flessione Fuori Piano

Il valore del momento resistente specifico, MRd, della sezione di muratura rinforzata è esprimibile in funzione delle caratteristiche meccaniche della muratura e del composito FRCM, dello spessore t, della parete, del valore del concomitante sforzo normale specifico di calcolo, associato a MSd. Il pannello soggetto ad azioni sismiche fuori dal piano presenta tipicamente momento massimo al centro del pannello e sollecitazioni trascurabili alle estremità.

Il momento resistente specifico, MRd, può essere calcolato dalla relazione seguente:

essendo M0d il momento specifico di progetto della sezione muraria non rinforzata, M1d quello della sezione rinforzata e γRd è un fattore parziale di modello cui si attribuisce il valore 2.00, allo stato delle attuali conoscenze.

Deve essere inoltre verificato che il valore del taglio sollecitante specifico, Vsd, nella concomitante condizione di carico, non ecceda in alcuna sezione quello resistente:

essendo fvd la resistenza di progetto a taglio della muratura non rinforzata, valutata in accordo con la Normativa vigente, in funzione della tensione normale media calcolata come rapporto tra il risultante degli sforzi di compressione e l’area della superficie compresa tra l’estremo lembo compresso e l’asse neutro, yn.

N.B. Nella verifica a presso-flessione fuori piano, come per la verifica nel piano, vengono utilizzati i legami costitutivi di cui al par 11.1.2 NTC2018 – triangolo rettangolo per la muratura, lineare resistente solo a trazione per il tessuto-. Anche per la verifica fuori piano vengono considerati 3 stadi tenso-deformativi. Il calcolo di M0d viene effettuato con la [7.8.2] secondo quanto descritto al par 7.8.2.2.3 NTC2018. Nella verifica a taglio Fuori Piano viene considerata la resistenza a taglio riportata al capitolo 11.10.4 NTC2018 e la σN viene calcolata considerando lo risultante di compressione nella muratura.

Esempio pratico con PRO_SAP e confronto con calcoli manuali

Scopo dell’esempio è quello di calcolare le sollecitazioni ultime di un maschio murario al quale sono applicati i fibrorinforzi FRCM. Il maschio in muratura scelto è spesso 40.00 cm, lungo 270.00 cm e alto 420.00cm appartenente ad una struttura regolare in pianta e in altezza che si sviluppa su 2 livelli. La struttura, con classe d’uso II è sita in Ferrara (FE) con categoria di sottosuolo C. Il fattore di comportamento utilizzato è pari a 2.00 mentre il fattore di confidenza FC è pari a 1.35 (LC1).

Il materiale di base della struttura è mattone pieni e malta di calce, con le seguenti proprietà meccaniche:

L’applicazione degli FRCM sulla muratura è analoga a quella degli FRP:

  • Per prima cosa è necessario definire l’archivio dei rinforzi con il comando Dati struttura > Interventi di consolidamento > Rinforzi FRCM muratura. Per la descrizione dei parametri richiesti in tabella, si fa riferimento ai precedenti paragrafi e al manuale di PRO_SAP;
  • La seconda cosa da fare è specificare quale materiale sarà rinforzato all’interno dell’archivio dei materiali. Nel caso si rinforzi solo una porzione di edificio è possibile copiare il materiale in uso e indicare il rinforzo solo nella copia;
  • La terza e ultima cosa è selezionare le porzioni di struttura da rinforzare ed assegnare il materiale rinforzato.

Vengono di seguito riportate le proprietà dei fibrorinforzi utilizzati:

A fronte di analisi dinamiche lineari effettuiamo i calcoli sulla una striscia intermedia al maschio in esame e ricaviamo tramite le azioni macro lo sforzo normale membranale medio Ned = 0.5*[1.227+1.236]*10^4 =1.2315*10^4 daN, che ci servirà per il calcolo manuale tramite foglio Excel delle sollecitazioni ultime.

In seguito alla progettazione e verifica dell’edificio esistente si ottengono i valori ultimi riportati nella finestra di controllo generale dell’elemento:

Vengono ora riportati i valori ottenuti tramite foglio di calcolo Excel utilizzando i medesimi parametri per la muratura e per i fibrorinforzi precedentemente illustrati.

Verifica nel piano:

Verifica fuori piano:

Il confronto tra i risultati ottenuti in PRO_SAP e quelli ottenuti nei calcoli manuali forniscono errori dell’ordine di 0.1‰.

In conclusione

Come si evince dalle tabelle soprariportate i valori ultimi di resistenza a taglio e a presso-flessione sono notevolmente aumentati grazie all’applicazione del fibrorinforzo. Nello specifico:

  • Per la resistenza a taglio si va ad aggiungere la componente di resistenza data dalla maglia;
  • Per la pressoflessione si ha il passaggio da un comportamento di tipo no-tension a un comportamento a sezione composta dove il fibrorinforzo va a reagire alle sollecitazioni di trazione che normalmente la muratura non rinforzata non è in grado di assorbire.

Il diretto vantaggio che si ottiene dunque è una maggiore resistenza degli elementi fibrorinforzati appartenenti alla struttura, non solo in condizioni sismiche: anche in condizioni statiche infatti gli edifici esistenti, dove la muratura possiede tendenzialmente scarse proprietà meccaniche, presentano talvolta pareti con problemi di verifica a pressoflessione che possono essere risolti grazie all’applicazione del fibrorinforzo FRCM, sempre ricordando il limite imposto dal cap 4 CNR-DT 215/2018 secondo cui per CMB statiche “l’incremento della capacità di calcolo dell’elemento rinforzato con FRCM non può risultare superiore del 50% rispetto a quella dell’elemento non rinforzato”.